Civitella premiata per l'assistenza ai deportati ebrei

CIVITELLA – Martedì prossimo Civitella del Tronto riceverà la medaglia di bronzo al valor civile, conferita dal presidente Gorgio Napolitano, che ha accolto la richiesta presentata poco meno di due anni fa dalll’amministrazione comunale. La cerimonia si svolgerà nella sala consiliare, alle 11. L’alta onorificenza arriva perchè a Civitella «durante il secondo Conflitto Mondiale la popolazione si prodigò con coraggio e generosa solidarietà nell’assistere ed aiutare i cittadini ebrei internati nel locale campo di concentramento – come si legge nella motivazione del presidente Napolitano -. Chiaro esempio di spirito di sacrificio ed elette virtù civiche». Alla consegna dalle mani del prefetto Eugenio Soldà, oltre alle più alte cariche istituzionali regionali e locali, parteciperà anche il presidente della Comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici, ma soprattutto due testimonianze viventi della vita nel campo di concentramento di Civitella, Sion Burbea, ex internato, e Irma Daisy Reginiano, che nel campo nacque. A Civitella infatti, durante la secondo guerra mondiale, fu sede di tre camoi di concentramento: uno dove c’è l’attuale Casa di Riposo "Filippo Alessandrini", un altro presso il Convento di Santa Maria dei Lumi ed il terzo nel palazzo della famiglia Migliorati nel centro storico. Nel Comune di Civitella è ancora oggi conservato il registro degli internati ebrei. I primi arrivarono nel settembre 1940, subito assistiti dalla popolazione che offrì loro il cibo per sopravvivere in cambio di prestazioni dei mestieri di ognuno. Una seconda ondata di deportati, più numerosa, raggiunse Civitella dalla Libia nel gennaio 1942, La situazione modellò anche gli usi di Civitella alla presenza degli ebrei, in particolare nelle funzioni religiose: l’allora ospedale Alessandrini, oggi casa di riposo, ospitò addirittura una sinagoga. In quel nosocomio nacquero nel periodo sette bambini e una di questi fu appunto Irma Daisy Reginiano. Tutti gli ebrei internati a Civitella furono trasferiti presso altre sedi il 4 maggio 1944: alcuni di loro furono trasferiti a Bergen Belsen ed ebbero salva la vita, altri 27 furono deportati ad Auschwitz e, tranne uno, furono tutti uccisi.